sabato 31 gennaio 2009

In your shoes...

Dopo mesi di inattivitá rieccomi qua a scrivere sul blog, prometto che lo faró piú spesso, sono successe tante cose negli ultimi mesi e mi piacerebbe scrivere a proposito, ho anche continuato a scrivere del viaggio in Cina, la bozza sta diventando gigantesca, ho quasi finito i primi giorni.. perció spero di pubblicarlo presto.
Nel frattempo voglio scrivere di quello che sta accadendo in questi giorni in UK, sta girando anche su Repubblica la notizia che in una raffineria della Total (azienda francese) in Lincolnshire i lavoratori stanno scioperando da ormai piú di qualche giorno contro la azienda che ha assunto solo operai Francesi e Italiani.
Questi alcuni link, il primo mostra quanto si siano diffuse le manifestazioni, il secondo un piccolo riassunto dei motivi dello sciopero (link alla BBC in inglese, l'articolo di Repubblica non é obiettivo e da interpretazioni personali):

- Diffusione manifestazioni
- Motivi

La gente protesta gridando lo slogan "British Job for British Workers", riprendendo le parole pronunciate dal primo ministro Brown qualche mese fa quando la crisi economica era appena cominciata, promettendo che i lavoratori britannici avrebbero avuto la precedenza rispetto ai colleghi stranieri (compresi anche quelli europei) per coprire i posti vacanti in UK.

A prescindere dal fatto che sia piú o meno giusto che i lavoratori locali abbiano la precendenza su quelli stranieri (sinceramente non ho una opinione ben chiara a proposito, per alcuni motivi sarebbe giusto, per altri suona come razzismo), quello che mi fa piú pensare è quanto sia facile criticare i deboli quando ci si trova dalla parte dei forti, dalla parte di chi é rappresentanto, mentre come le cose cambino quando ci si trova dalla parte opposta, dalla parte di chi cerca un posto di lavoro con uno stipendio decente per poter magari mantenere la famiglia che vive a 2000km di distanza e che invece trova solo ostilitá, che viene etichettato com malvagio.
Chissá quanti fra gli Italiani imbarcati su quella nave ha urlato lo stesso slogan in Italia verso altri immigrati, adesso é lui a sentirsi dire le stesse cose.

Il mio invito é quello di riflettere quando si pensa agli altri come estranei, come falliti, come ladri; un giorno ci si potrebbe trovare al loro posto.